In un mondo in cui l’ospitalità sembra avviarsi verso un’omologazione spinta, Formazione Alberghiera lancia un allarme importante: stiamo perdendo l’identità degli hotel?
L’esperienza alberghiera che un tempo rifletteva il territorio, la cultura locale e il calore umano, rischia oggi di appiattirsi sotto il peso di modelli globali, algoritmi e automatismi impersonali.
Maurizio Galli, fondatore di Formazione Alberghiera, pone una domanda provocatoria quanto necessaria: “Ospitalità senza confini? Il rischio è costruire un’ospitalità senz’anima.” Il pericolo è reale. L’adozione indiscriminata di strumenti automatizzati – check-in digitali, chatbot, comunicazioni pre-stay preimpostate e sondaggi post-soggiorno standardizzati – sta generando esperienze sempre più simili tra loro, dove il cliente è trattato come un dato e non come un ospite.
Gli hotel finiscono per somigliarsi tutti: stessi toni, stesse risposte, stesse procedure. Si sacrifica l’unicità sull’altare dell’efficienza. Ma a che prezzo?
Formazione Alberghiera non si oppone alla tecnologia – anzi, la considera una risorsa imprescindibile per l’evoluzione del settore – ma ne rifiuta un uso acritico e spersonalizzante. La digitalizzazione deve valorizzare l’identità di ogni struttura, non cancellarla.
È questa la missione che guida il lavoro di Maurizio Galli e del suo team: formare professionisti dell’accoglienza capaci di integrare strumenti digitali con intelligenza strategica e sensibilità umana. Figure in grado di comprendere che la vera differenza la fanno l’autenticità, la personalizzazione, il saper raccontare il carattere unico dell’hotel e del suo territorio.
Solo così l’ospitalità potrà evolvere senza perdere la propria anima.