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CRISI DI PERSONALE NELL’HÔTELLERIE: IL VERO SPRECO È NON INVESTIRE NEL CAPITALE UMANO

CRISI DI PERSONALE NELL’HÔTELLERIE: IL VERO SPRECO È NON INVESTIRE NEL CAPITALE UMANO

È iniziata la stagione turistica e puntuale, torna la solita lamentela: “Non si trova personale!”. Forse il problema non è la “gente che non vuole lavorare”: è che troppi imprenditori dell’hôtellerie continuano a considerare il personale un costo, anziché un investimento strategico. Maurizio Galli, fondatore di Formazione Alberghiera, ribatte che un professionista dell’accoglienza formato e motivato genera revenue, fidelizza clienti, migliora la reputazione e fa la differenza tra un soggiorno mediocre e un’esperienza memorabile, ma la formazione viene vista come una spesa, non come uno strumento per creare valore e senza di essa non c’è crescita, qualità, futuro. Chi investe nel capitale umano costruisce un vantaggio competitivo. Chi risparmia sulle persone, rischia di pagare un conto molto salato.

23/06/2025

Formazione Alberghiera lancia l’allarme, chi risparmia sulle persone rischia di pagare cara questa scelta. La professionalizzazione del personale non è un lusso, ma una necessità e continuare a ignorarlo è, semplicemente, un suicidio strategico.

È iniziata la stagione turistica e, puntuale come un orologio rotto, ecco riemergere il solito grido d’allarme: “Non si trova personale!”.

Da una parte c’è chi accusa le nuove generazioni di non voler lavorare, dall’altra chi risponde con rabbia: “Basta sfruttamento!”.

Il dibattito è sterile, logoro e – soprattutto – fuorviante. Perché il vero punto non è se la gente voglia lavorare, ma per chi, come e a quali condizioni. Nel cuore di questa crisi strutturale si cela un errore madornale: la sottovalutazione strategica del personale qualificato.

L’allarme arriva da Maurizio Galli, fondatore di Formazione Alberghiera, la scuola di alta formazione del settore turistico ricettivo nata a Verona nel 2018 e divenuta uno dei principali punti di riferimento in Italia per tutti coloro che desiderano una formazione più pratica ed approfondita.

È proprio Maurizio Galli, forte di un approccio formativo basato sulla pratica costante sul campo, tanto da essere l’unica scuola in Italia a svolgere oltre 3.000 ore di formazione in azienda ogni anno – a portare un po’ di chiarezza tra le due fazioni che ogni anno danno vita a una sorta di tifoseria del settore: “Gli imprenditori dell’hôtellerie – non tutti, ma troppi – continuano a considerare lo staff un costo da contenere, anziché una leva da valorizzare. E così ogni estate si ritrovano da capo, con una struttura ricettiva pronta all’accoglienza ma senza chi davvero sappia accogliere”.

Il docente ha ben presente come chi lavora nell’accoglienza non sia un tappabuchi estivo, bensì un professionista che, se ben formato, incide direttamente sul revenue. “Un addetto al front office preparato non è solo “un sorriso alla reception”: è colui Maurizio Galli che sa gestire il check-in in modo efficiente, proporre un upgrade, vendere un servizio extra, gestire una lamentela prima che diventi una recensione negativa. Questo si traduce in ricavi misurabili, fidelizzazione del cliente, miglior reputazione online”, sottolinea Maurizio Galli che lamenta la discutibilità di un risparmio intelligente per cui come molti titolari preferiscano risparmiare su stipendi e formazione. Salvo poi pagare il conto in bassa stagione, quando si sommano turnover, clienti insoddisfatti, bassa produttività e reputazione in caduta.

Formare il personale richiede tempo, metodo e risorse. È vero. Ma quanto costa, ogni anno, non farlo?

L’assenza di un piano di formazione strutturato genera figure impreparate, costringe alla continua ricerca di nuove risorse e alimenta un circolo vizioso che distrugge la continuità aziendale. Si entra in una spirale dove il know-how si disperde e la qualità dell’esperienza crolla.

Un collaboratore formato e fidelizzato, invece, non solo lavora meglio: rende di più, propone idee, anticipa i bisogni del cliente, fa squadra. È un asset. Un investimento che, nel medio periodo, si ripaga ampiamente in termini di marginalità. “Il capitale umano è il vero vantaggio competitivo. Le tecnologie possono aiutare, l’automazione può snellire, ma senza persone motivate e competenti, l’ospitalità non esiste.

La differenza tra un hotel mediocre e uno memorabile la fanno le persone, non i metri quadrati o i gadget hi-tech” – chiosa Maurizio Galli che avvisa – “Chi continua a cercare scorciatoie, chi pensa che basti una stagione di “tappabuchi” a basso costo, è destinato a ritrovarsi sempre con lo stesso problema: personale assente o demotivato, esperienza cliente mediocre, brand fragile”.

Non ci sta a questa mentalità e Maurizio Galli lancia una provocazione: “E se smettessimo di piangere sulla “gente che non vuole lavorare” e cominciassimo a chiederci che tipo di datori di lavoro vogliamo essere? Perché oggi non è più il tempo di improvvisare: è il tempo di costruire. E costruire richiede visione, pianificazione e formazione”.

Formazione Alberghiera lancia un appello: serve un cambio di passo. La professionalizzazione del personale non è un lusso per grandi catene, ma una necessità per ogni struttura che voglia restare competitiva. Continuare a ignorarlo è, semplicemente, un suicidio strategico. “Chi non investe nelle persone, investe nel proprio declino.

E se ogni anno si riparte da zero, forse il problema non è chi non vuole lavorare... ma chi non vuole crescere”.


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